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Pochi ne sono a conoscenza, ma a pochi passi dall’Arena di Verona, in una traversa di Via del Pontiere, è presente un museo degli affreschi dedicato a Giovanni Battista Cavalcaselle, considerato il fondatore della moderna Storia dell’Arte in Italia. Il museo sorge dove un tempo c’erano una chiesa (S. Francesco al Corso, edificata nel 1230) ed un convento francescano. In seguito al trasferimento dei frati in un convento più prestigioso, le religiose del monastero di Santa Maria di Zevio ne presero possesso. Negli anni seguenti il convento cadde in abbandono e fu solo nel 1548 che qui vi furono ospitate le cosiddette franceschine, donne senza dote, malmaritate o abbandonate. Nel 1624 un fulmine colpì la polveriera nella vicina Torre di Paglia, e l’esplosione che ne scaturì danneggiò molti edifici circostanti, tra cui la chiesa. Durante il periodo napoleonico, il complesso fu destinato ad usi militari e negli anni della Seconda Guerra Mondiale rischiò quasi di andare distrutto. Fu solamente negli anni Sessanta che la chiesa ed il convento furono restaurati, per ospitare il museo che possiamo visitare al giorno d’oggi.
Entrando nel complesso museale, già all’ingresso, sono esposti alcuni frammenti di affreschi risalenti al Trecento, raffiguranti santi o scene più ampie. A quell’epoca, infatti, i pittori locali erano soliti affrescare le pareti delle Chiese della città con motivi quali Madonne col bambino e santi, mentre le case private venivano decorate con motivi geometrici e con colori molto vivaci.
Proseguendo il percorso espositivo in ordine cronologico, si possono ammirare affreschi del Medioevo e del Rinascimento, del Cinquecento, e degli anni dal Trecento al Seicento. Inoltre, si può visitare la Chiesa di S. Francesco, o meglio la ricostruzione di quella originale andata distrutta, al cui interno sono esposte tele e tavole del Cinquecento e del Seicento. Tra queste si possono vedere la Lavanda dei Piedi, la Crocifissione e i Tre Arcangeli di Giovan Francesco Caroto e l’Annunciazione di Girolamo Bonsignori.
Nella cripta sotterranea della chiesa, si trova la famosa tomba di Giulietta Capuleti, che, secondo una tradizione risalente al XVI secolo, si dice sia il luogo di sepoltura della sfortunata protagonista shakesperiana. Il sarcofago è diventato meta di continui pellegrinaggi e, nel passato, è stato omaggiato da molteplici personaggi illustri, quali George Byron e Maria Luisa d’Austria.
Si possono visitare anche il cortile esterno ed il lapidario, di cui fanno parte epigrafi ed elementi decorativi provenienti da chiese, conventi e palazzi andati poi demoliti o distrutti da eventi naturali. Gli affreschi e le decorazioni in esposizione nel museo, dunque, sono stati staccati dalle pareti di palazzi e chiese della città tra il XIX e il XX secolo, quando Verona veniva definita “urbs picta” (città dipinta) per la grande quantità di facciate affrescate
Ci sono varie collezioni visitabili all’interno del museo tra cui sculture medievali, il sacello dei Santi Nazaro e Celso, pitture murali del primo Trecento veronese, ritratti su pietra e tavola e molte altre. Tra le sculture medievali si possono ancora vedere lastre frammentarie di epoca longobarda, porzioni di archetti decorati, capitelli ed elementi ornamentali.
Del sacello dei Santi Nazaro e Celso, un complesso rupestre risalente al periodo paleocristiano, si possono ancora osservare alcuni frammenti di pittura. Infatti le pareti della grotta erano ricoperte da due strati sovrapposti di affreschi. Del più antico si possono vedere ancora cinque frammenti, mentre del secondo strato si può ammirare un maggior numero di affreschi influenzati dalla pittura e dalla mosaicistica veneto-bizantina e della miniatura romanica occidentale.
Un’altra collezione è costituita da undici sottarchi con ritratti di imperatori romani, commissionati da Cansignorio della Scala e destinati a decorare un salone della reggia di famiglia. Questi ritratti dovevano essere stati pensati per creare una sorta di genealogia, che terminava con le rappresentazioni dei signori scaligeri.
Uno dei pezzi più notevoli all’interno del museo è l’ornamento affrescato da Jacopo Ligozzi, rappresentante la Cavalcata di Carlo V e Clemente VII in Bologna nel 1530, destinato ad adornare una sala di Palazzo Fumanelli, e poi staccato e donato ai musei civici veronesi alla fine dell’Ottocento. C’è inoltre un ciclo raffigurante la storia di Mosè, realizzato nel 1584 dai pittori veronesi Felice Brusasorzi, Anselmo Canera e Paolo Farinati. Le tre grandi tele mostrano tre momenti: il ritrovamento di Mosè, l’Oltraggio al faraone e Mosè difende le figlie di Jetro.
Oltre alle già menzionate opere, ci sono molti altri affreschi, ceramiche dipinte e bronzetti del rinascimento, di una rilevanza storica ed artistica inestimabile.Tutta l’esposizione è accompagnata da testi illustrativi e didascalie, e sono presenti anche strumenti multimediali che forniscono informazioni sulla storia della città.
Per gli orari e i prezzi aggiornati consultate il sito ufficiale.
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